Sono un papà. Sono un ultra trailer.


Ciao!
Mi sveglio alle 6.00. Esco a correre. Poi torno e preparo la colazione ai bimbi. Mi piace. Corro nella natura. Amo i lunghi trail e l'hi tech dello sport. E penso che corsa e famiglia stiano bene insieme. Qui trovate info e consigli su come allenarsi senza provocare esaurimenti nervosi a moglie e figli.

Ma prima, ci si presenta.

Mi chiamo Carlo Dagradi e sono un giornalista del mensile scientifico Focus.
Un giorno del 2006 ho detto al mio direttore Sandro Boeri: «Ho intervistato un medico, si chiama Enrico Arcelli: sostiene che in 6 mesi di allenamento chiunque può completare una maratona. Perché non prendiamo un tizio un po' grasso, che fuma, non fa sport e lo portiamo a correre la Maratona di New York?». «Bella idea. Comincia ad allenarti».

Nello stesso anno vengo contattato da The North Face Italia: «Abbiamo visto che hai iniziato a correre. Ti va di partecipare all'Ultra Trail del Monte Bianco?». «Ok. Quanto è lunga?». «Solo 86 km». «Ah... Ok, ci provo.». Nel 2006 ho corso la The North Face Ultra Trail du Mont Blanc per 45 km. Poi mi sono ritirato. Dentro me, però, qualcosa era cambiato per sempre.

A novembre del 2006 ho completato la mia prima Ing New York City Marathon (oggi Tcs New York City Marathon)
L'ho corsa altre 4 volte, sempre accompagnando lettori di Focus.

E ho corso tutte le edizioni della The North Face Ultra Trail du Mont Blanc (CCC) dal 2006 a oggi. E la Lavaredo Ultra Trail, il Trail Santa Croce, il Trail Tre Comuni, le Porte di Pietra... Ho anche percorso la Via del Sale in 15 ore. Sì, di corsa.

Mi sono sposato e ho avuto due figli, che oggi hanno tre e un anno.
Non ho mai smesso di correre.

Dal 2008 seguo la strategia alimentare Zona, che ho conosciuto proprio grazie a Enrico Arcelli e a Enervit.

Sono convinto che la corsa sia una attività alla portata di tutti. E anche se adoro gli strumenti tecnologici che ci permettono di sapere quanta strada facciamo, come la facciamo e come sta il nostro cuore, credo che sia molto bello, a un certo punto, spegnerli. E lasciar correre i pensieri insieme alle gambe.

Corro perché mi piace. Tanto. 
Penso anche che mi faccia bene. Quindi, continuo.

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