sabato 15 febbraio 2014

Male al ginocchio? Corri senza scarpe: lo dicono ad Harvard

La suola delle Vibram Fivefingers modello Bikila.
Non tutte le uscite di corsa sono uguali. Ieri, per esempio, qualcosa non girava. Un dolore al ginocchio (che in effetti mi trascino da un paio di mesi), un po' di stanchezza diffusa... e anche le scarpe ormai giunte al termine. Sì, perché le scarpe da corsa non sono eterne: ci sono molte variazioni da modello a modello e da persona a persona, ma come regola generale meglio non fare più di 800 km con quelle da running (strada) e 500 con quelle da trail (montagna).

Da un po' di tempo ho preso l'abitudine di fare una corsa alla settimana con le Vibram Fivefingers. Abitudine che avevo smesso a dicembre, causa troppa neve e troppa pioggia (non mi piace avere i piedi freddi e bagnati).

Oggi le ho indossate e sono uscito per fare 10 km. Ogni volta che le uso su distanze così, rimango stupito. Niente dolore al ginocchio e un tempo medio di 4.24 al km.

A "piedi nudi" su asfalto? Sì. Ma anche su erba o pietra.
Parliamoci chiaro: la corsa in barefooting (piedi nudi o quasi) non si può fare da un momento all'altro: il piede va allenato. Se volete provarci, andate in un negozio specializzato, provate le scarpe e iniziate con un massimo di 2 km per una volta la settimana. Poi due volte, aggiungendo 500 metri. E soprattutto, ascoltate i segnali del vostro corpo. Che, come dice un caro amico che fa il medico fisiatra "E' il tuo miglior preparatore atletico".

Ma perché la corsa senza le scarpe è così piacevole (anche se all'inizio fa un po' paura)? Ad Harvard lo stanno studiando: e sostengono che non siamo nati con le scarpe da corsa (ma va?).

Guarda questi video.
Qui è analizzato l'impatto della corsa a piede nudo.




E qui sotto, invece, con una scarpa da running.



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