venerdì 4 aprile 2014

Più vicino alla Maratona di Parigi /3. Come rendere una scarpa nuova pronta per la gara

L'unica soluzione è indossarle spesso
Mi sa che mi tocca pure dormirci con le Mizuno.
A questo punto è il caso di dare qualche spiega... Potrei cominciare dall'inizio o dalla fine. Ma sarebbe banale. Comincio dal mezzo e vado un po' avanti e un po' indietro. Adesso sono nel mezzo.

Sono arrivato a Parigi un paio d'ore fa, alle 22. I cuccioli e "colei che tutto sopporta" sono a casa. Dormono, penso. Anche perché al mio "Ti chiamo quando arrivo in albergo", lei ha risposto "Lascia stare, dormo con lui nel lettone". Non fate battute, dai.

Mi mancano i cuccioli. Succede sempre così.
Sono a Parigi perché domenica 6 aprile si corre la trentottesima edizione della Schneider Electric Paris Marathon. Una maratona pazzesca, con 50.000 iscritti. Numeri da Maratona di New York. Saranno 42 km fantastici, con un percorso che attraversa in lungo e in largo la città: Campi Elisi, Tour Eiffel, Senna, Bois de Boulogne... Non ci faremo mancare nulla.

Ecco dove passa la Schneider Electric Paris Marathon
Il percorso della 38esima Schneider Electric Paris Marathon:
due volte Parigi, da sinistra a destra. Wow.
Però per me sarà una maratona un po' particolare. Anche perché non potrò correrla per "tentare il personale", come dicono gli amanti del crono. Motivo, un cavolo di edema della spongiosa (cioè mi fa male il ginocchio) che mi ha costretto a un mese di nuoto e macchina ellittica.

In effetti, devo dire che lo stop (con tanto di allenamento alternativo) ha funzionato: non ho (quasi) più male e ieri mattina ho fatto un'uscita di corsa vera (a parte un paio di mini Trail, però il medico non lo sa mica), tra l'altro in Vibram FiveFingers per non affaticare il ginocchio. (Ok, so cosa state pensando, ma è vero che non affaticano il ginocchio). Risultato, 10km corsi a 4.28 di media, bello tranquillo.

Bene, ma... Farne 10 è una cosa. Farne 4 volte tanto è un'altra. Ho almeno un paio di amici che si sarebbero incavolati di brutto. Ma come... uno sa che andrà a Parigi, si prepara... e poi il mese prima, al momento dei lunghi "seri" deve mollare? Be, sì. Succede.

E così, un infortunio ti costringe a cambiare programma. E ti chiedi, vado o non vado? Un po' ci pensi, ed è normale. Poi ti accorgi di una cosa: sei libero dal crono, libero dal devofarebene... sono davvero libero. Libero di godermela. E libero di raccontarla. 

Farò una cosa che non ho mai fatto. Mi porto l'iPhone in gara, in modo da riprendere volti, sorrisi, sensazioni. Vediamo cosa ne scaturirà. E se riuscirò a regalare anche a voi un po' di questi 42 km.

Ora sono tornato al tempo presente. L'albergo è bello, anche se freddo come tutti quelli nei palazzoni delle grandi catene internazionali. Niente a che vedere con i piccoli alberghi che sa trovare mia moglie per le vacanze.

Il futuro, cioè sabato sera, è il ritiro del pettorale al Palazzo delle Esposizioni alla Porte de Versaille. Chissà se sarà grande come il Jacob Javis Centre di New York.

Dimenticavo. C'è un'altra cosa che non ho mai fatto. Usare scarpe nuove in gara. Ma proprio nuove nuove. Già, perché in questi 8 anni da runner di marche ne ho provate un sacco. Ma mai prima d'ora mi ero confrontato con le Mizuno Wave 17. Il numero indica l'edizione della scarpa. E io non sono superstizioso. Anche perché porta sfiga.

La scarpa nuova deve prendere la forma. Come fare? Usandola per tanti allenamenti. E se non c'è tempo, indossandola più che si può. AGGIORNAMENTO - Ho deciso di raddoppiare l'errore.

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